Cercate il partigiano monselicense Enrico Dalla Vigna

Per commemorare il 25 aprile presentiamo la storia del partigiano Enrico Dalla Vigna, nato a Padova il 3 febbraio 1925 e residente a Monselice, studiava da geometra. Nella lettera in foto il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – in data 25 giugno 1945 – dichiara che il partigiano Enrico Dalla Vigna faceva parte del 4^ battaglione ‘Falco’ della Brigata ‘Garibaldi’.
Nell’ottobre del 1944 fu catturato dalle SS tedesche e deportato in Germania e niente si sapeva della sua sorte.
Ricostruiamo con i documenti dell’archivio storico di Monselice la sua triste vicenda personale.
La sorella Mariuccia ci racconta. Una notte, era forse il 14 ottobre 1944, le brigate nere si presentarono a casa nostra, entrarono prepotentemente e perquisirono la casa. Picchiarono mio fratello e poi lo trascinarono via, seminudo, com’era quando s’era alzato dal letto. Mamma cercò di fermarli, ma quelli impietosamente percossero anche lei, col calcio di un moschetto. Portarono Enrico alla caserma dei carabinieri. Quella sera, in quelle circostanze angoscianti, vidi mio fratello per l’ultima volta.
Mio padre fece invano innumerevoli tentativi di riabbracciare il figlio; ogni giorno si recava alla caserma e si informava sulla sua salute. Arrivò anche, nell’estremo, disperato sforzo per salvare la vita al figlio, ad offrire del denaro a Cattani (il comandante delle brigate nere a Monselice).
La mia famiglia infatti possedeva una fiorente ditta commerciale e all’epoca i soldi non ci mancavano. L’ufficiale si lasciò corrompere e arrivò anche a promettere di organizzare un’evasione dal convoglio ferroviario che lo avrebbe portato in Germania.
Non mantenne mai la sua promessa e mio fratello finì in un campo di sterminio, dove terminò la sua coraggiosa esistenza.
Il partigiano Enrico Dalla Vigna
Scoprimmo allora il ruolo che aveva avuto mio fratello nella lotta per la Resistenza; capimmo che, quando lo vedevamo partire alla chetichella, stava svolgendo la sua attività di corriere segreto. Era una delle cosiddette “staffette”. Caricava sull’auto vestiario e cibarie, per trasportarle alle postazioni in montagna. Qui stavano i soldati inglesi che si paracadutavano e si nascondevano.
Ricordo anche che a mezzanotte, seduto, con l’espressione attenta, davanti alla radio ascoltava le notizie di Radio Londra; poi fuori, per i suoi viaggi misteriosi. Ho anche immaginato, alla luce di quanto è accaduto a mio fratello, che le sue riunioni con gli amici celassero le sue reali attività. Probabilmente facevano il punto delle loro azioni sovversive, si passavano gli ordini e le consegne. Ai miei occhi erano semplicemente un’allegra brigata che schiamazzava e si divertiva.
Fu questa consapevolezza a togliere ai miei genitori ogni speranza di rivederlo, soprattutto quando non giunse più alcuna lettera dalla prigione. Vidi mia madre spegnersi, lentamente. Sedeva alla finestra, con lo sguardo assente e la sigaretta perennemente accesa tra le dita. Mi diceva: “Ora viene, Enrico, vedrai!”. Compresi che mio padre, dopo avere impiegato ogni sua energia per ritrovare Enrico, si era chiuso in un dolore silenzioso. Aveva riposto tutte le sue speranze e ambizioni in quel figlio amato.
Oggi rileggo le sue lettere spedite quando era prigioniero in Germania: un tesoro prezioso; Enrico scriveva della sua speranza, che a tratti sembrava farsi certezza, di tornare. Ma forse, dovendo anche superare la censura dei controlli tedeschi, si mostrava impavido e allegro soltanto per alleviare il nostro dolore. Rileggo con commozione del suo amore tenace per la fidanzata, del suo affetto sincero e grato di figlio. Non dimenticava mai, inoltre, un bacio per me, la sua Mariuccia
Tutto ciò accadde prima ancora che sapessimo della sua morte. Un giorno ci recapitarono un telegramma inviatoci dalla Croce Rossa svizzera. Ci informava della dipartita di Dalla Vigna Enrico. Era stato giustiziato in uno dei forni crematori di Gusen il 3 febbraio 1945.”
La storia di Enrico Dalla Vigna è raccontata nel libro ‘Da Monselice a Mauthausen. La storia di otto monselicensi morti nei lager tedeschi durante la seconda guerra mondiale’. A cura di Flaviano Rossetto, Monselice 2005.

Lettere scritte dal carcere da Enrico Dalla Vigna (Si ricorda che le lettere erano sottoposte a censura)

La sorella Maria ci ha consegnato le lettere scritte dal fratello dal carcere di Padova e di Bolzano. Quasi tutte sono state scritte su fogli di fortuna, di tutte le forme. Quelle provenienti dal carcere di Bolzano recano le indicazioni di quel carcere. Spesso venivano nascoste tra i vestiti per sfuggire alla censura. Le pubblichiamo senza nessuna omissione da parte nostra. 

Lettera n.1 – [ senza data e senza luogo;  probabilmente è stata scritta nel carcere di Padova nel mese di ottobre 1944]

Caro papà,

Non so come ringraziarti per le cure che hai verso di me. Assicura mamma di non impensierirsi. Non posso scrivere di più, perché non è permesso. Spero in bene. Ti do una nota di cose che mi servono. 1) Una o due “forette” per mettere dentro roba; 2) un po’ di sale per salare; 3) Zucchero; 4) Qualche giornale o rivista; 4) se puoi mandare un centinaio di lire in carte da 10 e un po’ di moneta in franchi, una decina di lire e se si può una matita e carta da scrivere e carta igienica. Vai da Gagliardo in via S. Luigi e ….. che mandino a Tranquillo [Gagliardo] delle sigarette e della roba da cambiarsi; assicuragli che sta bene. Di a mamma di andare da Anna e salutamela e avvisala che sono sempre vivo per lei e per voi tutti. Qui il sole si vede a scacchi. Tuo figlio Enrico

Lettera n.2 [ senza data e senza luogo;  probabilmente dal carcere di Padova ]

…. sento che presto sarò di ritorno. Saluta e bacia Anna e dille che la penserò anche lontano in terra straniera, tenetevela vicina, fatelo per me, vostro figlio, pel vostro Richetto. In ogni caso mandami questa roba. Bisognerebbe che potessi avere un ventimila (20.000) lire che mi possono servire assai. Cerca in qualche maniera di farmeli avere con 1) Zaino e valigia; 2) Il paltò con pelliccia e ti ritorno quello che ho; 3) Calzettoni; 4) maglie di lana da cambiarsi; 5) Maglione blè; 6) Mutande grosse: due o tre; 7) Una giacca grossa; 8) Quel paio di pantaloni da sci, i più buoni; 9) Una sciarpa di lana; 10) 4 o 5 fazzoletti;  11) guanti di pelle grossi e quelli di lana; 11) Da mangiare per alcuni giorni: pane, alcuni vasetti di marmellata, zucchero, sale ect.  Non mi resta altro da dirvi, altro che abbracciarvi forte forte e dirvi coraggio e a presto. Baci a Mariuccia che sogno e a Giovanni e Antonietta saluti cari. Vostro Enrico.

N.B. Anche la macchinetta per la barba, sapone, pennello, due pacchetti di lamette buone, un altro asciugamano e uno specchietto. Dentro troverai un secondo biglietto di Sartori….

Lettera n. 3 [Dal carcere di]  Padova, 22 ottobre 1944

Cari genitori,

Oggi, questa lettera mi è stata permessa di scrivervela dalla scuola del carcere. Sono su di un’aula; sui banchi e questo mi ricorda la scuola; la scuola tanto odiata ma ora tanto desiderata. Sto bene, anzi desidero che vi rasserenate. Ho capito in questi momenti che il babbo mi vuol tanto bene e si sacrifica ogni giorno per portarmi qualche cosa da mangiare e questo per me vuol dire già molto, perché quando mangio penso alle care mani che la cucinano, le tue o mammina mia. Papà mandami sempre il latte caldo e qualche volta qualche uovo dentro. Saluta Giovanni, Antonietta, bacia Mariuccia; a te mamma e a papà un forte abbraccio da vostro figlio N.B. Mamma fa leggere anche ad Anna [la fidanzata] queste poche righe che ora le scrivo e tieni sempre vicina quella cara creatura. Cara Anna, nei momenti in cui il mio pensiero vola ai miei ricordi: uno fra i primi sei tu. Sai che siamo legati da un vincolo indissolubile, dunque sta ora in te sapere mantenerti al posto che si deve. Devi essere una donna e non più una ragazzetta da giro tondo. Segui sempre i consigli di mia madre e vedrai che saremo felici. Saluta i tuoi di casa e a te un lungo                                             

Lettera n.4 [Dal carcere di ]  Padova 12 novembre 1944

Caro papà,

Oggi due dei miei compagni Gagliardo e Nin, che stanno vicini di casa in via S. Luigi sono andati a colloquio. Non puoi immaginare l’ansia e il desiderio di sapere novità che ci pervase. Quando sono tornati ho saputo che le loro sorelle erano riuscite ad avere questo colloquio dal tenente Matt  del Comando S.S. tedesco. Hanno detto che questa settimana si parte per la Germania; però Gagliardo e Nin Fulvio non vengono in Germania, ma vanno a Bolzano a lavorare e questo a merito delle loro sorelle che sono riuscite a commutare e alleviare la pena. Sartori, Bernardini Alfredo (l’autista di Cini), Barzan, Greggio e Salvagno [Ghirotto] Luciano, andranno in campo di concentramento in Germania e il rimanente, io compreso, ai lavori in Germania. Io non so come siano riuscite a commutare la pena le sorelle di Gagliardo e Nin, ma ho pure sentito che tu hai tentato in mille maniere assieme a Baveo. Se tu provassi alle S.S. da questo Matt per intercedere la pena o almeno il colloquio, che è lui che lo dà. Io non so come ringraziarti per quello che hai fatto per me. In ogni caso se partirò per la Germania sono in compagnia e non dispero, anzi tutt’altro, di tornare presto fra voi. Io sto benissimo di salute e morale, come i miei compagni. Papà è qui che si prova la vita; qui si vedono grandi e piccoli, spavaldi e miti, gentiluomini e assassini, pregare e implorare il Signore alla sua santa misericordia. Convertiti, ci vuole un po’ di fede per ottenere certe volte l’impossibile. Di a mamma che ogni sera diciamo il S. Rosario con la mia corona e in quei momenti mi sento tanto e tanto vicino a voi. Di a mamma che mi sento il Signore vicino che non tremi per me che …..

Lettera n.5  – Dalla Vigna [Dal carcere di] Padova 24-11- 1944

Cari genitori,

Siamo giunti al giorno che devo partire. Sono tranquillo. Non state in pena per me. Non so ancora dove andremo con precisione. Se in Germania, a Bolzano o Ferrara. Domani mattina io, Gagliardo, Rocca, Greggio, Sartori, Barzan e Girotto solamente andiamo via. Scrivo con pochissima luce. Tutti siamo allegri e contenti sicuri che presto ci rivedremo statene certi. Mamma non piangere, io non piango, il Signore è con noi e ci guiderà nel nostro cammino. Tengo sempre il S. Rosario ed è in esso che ripongo le mie speranze. Papà non ti rimprovero, anzi ti sarò in eterno riconoscente per quello che hai fatto per me. Ho sentito in questi giorni di amarti veramente e porto con me tutto l’affetto di un figlio. Mille e mille cose vorrei dire ma mi si fermano in gola. Mamma devi promettermi, perché anche in questo momento non l’ho scordata, di tenerti vicina Anna. Devi tenertela vicino il più possibile. Mamma dolce nome che sussurro dolcemente come non mai. Ora ti ripeto non stare in pensiero che ci rivedremo presto. Fa leggere anche ad Anna ciò che le scrivo.

Ti bacio assieme a papa e a Mariuccia….

Cara Anna,

Mille cose vorrei dirti, ma tu le immagini. Sono raccomandazioni che ti feci mille volte. Ti amo Anna, anche se il Signore ci separa. La lontananza non spegne i cuori. Se tu ami veramente devi capire. Troverai in mia madre la persona da consolarti, amala, e consolala prega il Signore e vedrai che tornerò. Saluta babbo, la tua mamma Argia, Daria e tutti, a te un bacione e un arrivederci a presto.

Lettera n. 6 POL. – DURCHGANGSLAGER – BOZEN

Campo di concentramento Bozen                                                                                                                                                                                                                 ZENSURIERT  05.12.44

Alla famiglia Besutti, Via Costa Calcinara Monselice

Gentile famiglia,

Colgo l’occasione per scrivervi da un campo spinato ove sono arrivato. Vi ricordo anche qui. Io sto bene, come spero tutti voi. A te Anna, persona dei miei sogni un saluto a un bacio rivolgo in particolare e un consiglio da sincero fidanzato, sii fedele. A voi Aldo, Ermelinda, Argia, Daria e Cesarino un saluto che vi giunge sinceramente e devotamente dal cuore.

Lettera n.7 POL. – DURCHGANGSLAGER – BOZEN

Campo di concentramento Bozen                                                                                                                                                                       ZENSURIERT   06.12.44

Alla famiglia Dalla Vigna Giovanni, Via San Martino 8 Monselice

Carissimi genitori,

Non so precisamente cosa dirvi, vi basti sapere anzitutto che sto bene e godo ottima salute. Non state in pensiero per me. Sono assieme ai miei compagni e sono ancora alto di morale. Il mio amico intimo è Bernardini Alfredo che papà conosce, e mi sembra di avere te papà vicino. Mamma saluta Anna e tienila vicina, penso sempre a voi e vi sento vicino nelle mie preghiere. Pregate anche voi che torni presto fra le vostre braccia. Mandate a mezzo vaglia o altro mezzo tre o quattro mila lire sul mio conto; mandate: pane, marmellata, zucchero, sale, formaggio, sapone ….  un pacco che mi arriva qui al campo, non c’è limite di peso, mandate mutande lunghe, flanelle da cambiarmi, guanti, passamontagna, lamette per la barba, calzettoni, aghi e filo e la valigia grande. Papà rivolgi anche tu la tua anima al Signore ed egli ci esaudirà. Saluti a tutti, a Giovanni, Antonietta un bacio ad Anna, un bacione alla mia Mariuccia e a te mamma; e papà un abbraccio forte forte dal vostro Enrico.

[ In fondo alla lettera con calligrafia diversa] “Pol. Durch gangslager  Bozen – Bolc G”

Una delle lettere spedita dal partigiano Dalla Vigna.

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