Alla scoperta de ‘La Pignara’, la fattoria didattica medievale di Monselice

Sandro Zancanella proprietario della fattoria didattica alle spalle il famoso frantoio

Alla scoperta de ‘La Pignara’, la fattoria didattica medievale di Monselice

Monselice è una città dalla storia importante. Tra le testimonianze del suo passato medievale, oltre ai resti dell’antica cinta muraria e delle porte cittadine, alla Torre civica, al Castello e al Mastio federiciano, c’è anche la fattoria didattica La Pignara: un esempio di azienda agricola che, in un mondo contraddistinto da processi di produzione frenetici e altamente tecnologici, si impegna con coraggio nella salvaguardia delle tradizioni locali. La Pignara, che sorge su terrazzamenti di età romana alle pendici meridionali del monte Ricco, è gestita dalla famiglia Zancanella e costituisce il fulcro un interessante itinerario che coinvolge tutti i cinque sensi.

La fattoria la Pignara

L’edificio a servizio della fattoria è di origini trecentesche, sebbene abbia subito alcune integrazioni successive: risale al Cinquecento, in particolare, l’aggiunta della suggestiva loggetta al piano superiore, collocata dai veneziani a est per poter meglio contemplare la bellezza del tramonto. Oggi di questa rimangono le colonnine e gli affreschi che decorano le pareti. Della villa fa parte anche una chiesetta interna, con la caratteristica scultura di una pigna posizionata sulla sommità del capitello. Secondo lo storico Camillo Corrain il complesso, proprio attorno al XVI secolo, era stato acquistato dalla famiglia Pisani.

Uno degli elementi della fattoria che più cattura l’attenzione del visitatore è il suo frantoio. Il manufatto è attivo dal 1500 e viene chiamato “Pestrin”, proprio per la sua funzione di “pestare” le olive. L’operazione avviene mediante una ruota in trachite di 120 quintali, che poggia in verticale su un basamento rialzato e viene trainata da un mulo. Le olive dopo essere state schiacciate dalla macina, sono inserite all’interno dei fiscoli, contenitori in canapa intrecciata, e pressate nuovamente in un torchio, il quale è messo in moto sfruttando in modo ingegnoso il sistema della leva. La ‘pasta’ così ottenuta è successivamente bagnata con acqua tiepida e messa all’interno di ‘mastei’ (contenitori di legno), restando a riposo per una notte intera. Prima di portare l’olio in tavola, però, esso dovrà essere lasciato per due settimane all’interno di una damigiana in vetro per consentire la decantazione delle sostanze organiche dall’alimento, che solo dopo lo stoccaggio potrà essere degustato.

La molitura delle olive è una pratica dalle origini antichissime, che nel corso dei secoli per esigenze del mercato ha conosciuto una notevole meccanizzazione. In principio era svolta tra le mura domestiche. Presso La Pignara si può avere l’opportunità di assistervi ancora oggi: lo spazio adibito a questo scopo è un’ampio locale dotato di finestrelle che facevano passare la luce del sole fino al tramonto. Nella stanza troviamo un caminetto impiegato per ricreare la giusta temperatura per la lavorazione, la ‘caliera’,un contenitore in rame pieno d’acqua utilizzato per facilitare l’uscita dell’olio dalle olive durante la torchiatura, e, appunto, il frantoio vero e proprio.

Asinello che fa girare il frantoio medioevale

Di grande interesse è anche il modo in cui le attività della fattoria si rapportano con il paesaggio circostante. Il complesso, come detto, è posizionato ai piedi del Montericco, colle così chiamato per la fertilità dei suoi terreni e la ricchezza della vegetazione, che permettevano agli abitanti di produrre vino e raccogliere castagne in abbondanza, oltre a diversi altri frutti. La Pignara promuove una relazione armonica con la natura mediante una coltivazione profondamente attenta alla flora e alla fauna. Il proprietario Sandro Zancanella è solito accompagnare comitive di adulti e ragazzi in un piacevole itinerario che passa attorno alla dimora storica. Lungo il tragitto fornisce informazioni e soddisfa curiosità sulle piante del luogo, sensibilizzando a un maggior rispetto dell’ambiente.

I terrazzamenti offrono varietà di ulivi, giuggioli, fichi, mandorli, peschi, viti, capperi, ciliegi, nespoli melograni, cachi, albicocchi e susincocco (varietà di albicocca rossa creata da Agostino Zancanella). Abbiamo inoltre numerosi legumi e ortaggi (peperoni, pomodori, zucchine…). Immerso tra gli alberi c’è infine un allevamento di api: il lodevole tentativo di tutelare una specie a rischio estinzione e al tempo stesso dare vita a un prodotto sano e nutriente. Di questi organizzatissimi insetti il proprietario della villa è in grado ormai di svelare molti segreti.

La visita a La Pignara è quindi un’esperienza positiva e stimolante. Accedendo alla corte pavimentata in trachite, ammirando la loggia colonnata, il poderoso arco che un tempo costituiva l’ingresso e l’oratorio privato si ha la sensazione di calarsi nella quotidianità di un’antica fattoria. Il complesso è un piccolo gioiello immerso nel verde del Montericco: un luogo che ha qualcosa da raccontare a grandi e piccini, che testimonia come una vecchia tradizione possa essere riproposta e valorizzata anche ai giorni nostri. In un mondo che corre a ritmi forsennati Sandro Zancanella, attraverso il suo stile vivace e coinvolgente, ci invita a non tralasciare la qualità e la genuinità di ciò che mangiamo.

INFO http://www.lapignara.it/azienda.asp

La fattoria la Pignara

© 2023 a cura di Flaviano Rossetto  per  https://www.ossicella.it/

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