Conservate il corpo di mio figlio, morto a Monselice

Pubblichiamo una commovente lettera di Agostino Valsesia datata 1918 – in piena 1° guerra Mondiale – con la quale chiedeva al sindaco di mettere un segno di riconoscimento sulla tomba del figlio, ferito in combattimento e morto nell’ospedale militare di Monselice.
E’ bene precisare che durante la 1° guerra mondiale nelle scuole elementari di via Garibaldi venne istituito un ospedale ‘da campo’ destinato ad ospitare i soldati feriti al fronte sulle alpi. I militari arrivavano in appositi vagoni ferroviari e venivano prontamente trasferiti nell’improvvisato ospedale. Non tutti guarivano, i più gravi morivano e venivano sepolti in un apposito spazio nel cimitero comunale con la promessa che al termine del conflitto le loro salme fossero esumate e portate nei cimiteri natali. Furono ben 161 i soldati italiani provenienti da tutte le regioni italiane morti nell’ospedale da campo di Monselice e sepolti provvisoriamente nel cimitero maggiore. Tra questi anche il figlio di Agostino Valsesia. Di seguito la lettera indirizzata al sindaco di Monselice.
Nell’ospedale militare di questo comune decedeva il 23 novembre 1917 mio figlio Valsesia Giuseppe mitragliere del 23 fanteria. Volendo appena finita la guerra trasportare la salma, prego la SS.ill.ma a disporre conservata l’indicazione precisa della sua sepoltura. E se per questo è necessario porre sulla tomba una lapide o qualche altro piccolo legno indicatore né affido l’incarico alla SS.ill.ma – o per mezzo suo – all’apposito comitato. In questo caso abbia la bontà di indicarmi l’ammontare della spesa che verrà subito spedita. Sono sicuro che la SS.ill.ma concorrerà a darmi questo conforto e ringraziandola mi affido a lei signor sindaco.
Borgomanero (Novara) 18/1/1918 firmata Valsesia Agostino.

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