Nell’ambito della pubblicazione Monselice Romana curata da Flaviano Rossetto disponibile qui https://www.ossicella.it/archiviowp/monselice-romana-1.pdf
Fausta Piacentini e Cinzia Tagliaferro hanno pubblicato una scheda sulla collezione numismatica custodita nella biblioteca di Monselice che riproponiamo qui sotto.
La collezione numismatica custodita nel Gabinetto di Lettura di Monselice si è formata nell’Ottocento soprattutto grazie a casuali ritrovamenti e a lasciti di privati. Pur in assenza di documentazione precisa circa la loro provenienza non si esclude che molte monete abbiano fatto parte della collezione dell’abate Stefano Piombin e donate per disposizioni testamentarie al Gabinetto di Lettura nel 1870.
La collezione numismatica comprende circa 180 pezzi che coprono un arco cronologico che va dall’epoca romana imperiale al secolo scorso. Il medagliere annovera ben 32 esemplari di bronzi romano imperiali, cioè emessi fra la salita al potere dell’imperatore Augusto (27 a.C.) e la caduta di Roma (476 d.C.) e coniati nella zecca di Roma.
Il gruppo più antico di monete è composto da sette esemplari di età augustea tra cui si segnalano due quinari d’argento, alcuni assi e un dupondio di bronzo, in cui compaiono i nomi dei tresviri monetales, i magistrati incaricati dal senato romano delle emissioni monetali.
Bene attestato appare il numerario di bronzo coniato sotto l’impero di Tiberio, Calligola, Claudio, Vespasiano, Tito e Domiziano (13 esemplari) mentre quantitativamente minori risultano invece le monete riferibili al II secolo d.C. (4 esemplari), al III secolo d.C. ( 2 esemplari) e al IV secolo d.C. (3 esemplari).
Nel complesso questo gruppo non ha caratteristiche di rarità anche se si segnalano alcuni esemplari dalle connotazioni particolari. Si tratta, nello specifico, di due quinari di Augusto, uniche monete d’argento tra quelle romane della collezione, contrassegnate sia al Dritto che al Rovescio da alcune punzonature eseguite da privati per verificare la “bontà” dell’argento, un asse Traiano e un dupondio di Marco Aurelio che presentano invece una martellatura del bordo per renderle forse pedine da gioco. Il foro su un asse infine ne segnala il “reimpiego” come pendaglio di braccialetto o di collana secondo una moda ancor oggi invalsa.
Il precario stato di conservazione di molti di questi esemplari depone a favore di una loro provenienza locale a testimonianza, in particolare, della fase romana di Monselice: dalla fine della repubblica al tardo impero.
Per completezza, anche se il periodo esula da questo contesto, è doveroso precisare che un altro gruppo omogeneo è costituito da 30 esemplari di monete veneziane in argento e in rame e di provenienza verosimilmente locale. Di essi si segnala un denaro d’argento del Doge Lorenzo Tiepolo e altri databili dal XV secolo agli ultimi anni della Serenissima, che documentano il circolante minuto in uso anche a Monselice. Altri gruppi sono costituiti da 17 monete del Regno Pontificio, 42 del Regno Lombardo Veneto e da qualche moneta del Regno d’Italia. Un nucleo a sé stante infine è formato da 42 monete italiane e straniere, dal XVI al XIX secolo, che contribuiscono ad accrescere l’eterogeneità della collezione.
Bibliografia di riferimento
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