Capitolo I
1914: Il sindaco di Monselice Taino Bonacossi si prepara alla guerra.

INDICE CAPITOLO I
Capitolo I – Anno 1914. IL SINDACO DI MONSELICE TAINO BONACOSSI, SI PREPARA ALLA GUERRA.
Permessa storica
1.1 Gli artiglieri si esercitano al tiro nei colli monselicensi
1.2 Inaugurazione del nuovo ospedale (via Marconi)
1.3 Il nuovo sindaco il marchese Taino Bonacossi
1.4 Chiamata alle armi della classe 1891
1.5 L’inizio della Grande guerra
1.6 Chiamata alle armi classe 1889 e 1890
1.7 Effetti della guerra a Monselice
1.8 La cronaca cittadina degli ultimi mesi del 1914
1.9 Quando la guerra si fermò nel Natale 1914
1.10 Nuove scuole elementari a San Cosma, a Ca’ Oddo e a Monticelli
1.11 Boldrin sostituisce Travaglia
1.12 Elenco dei poveri
Premessa storica
Nel 1914 Monselice contava 13.570 abitanti, era una cittadina ad economia essenzialmente agricola. Il municipio era ‘attaccato’ alla chiesa di San Paolo, così come pure le poste, la prigione, il Gabinetto di Lettura e il Monte di Pietà. L’amministrazione comunale era guidata dal conte, poi marchese, Taino Bonacossi. Tra il municipio e il monte di pietà (ora loggetta) correva la via sacra che portava alla Pieve di Santa Giustina, retta da monsignor Pietro Prevedello, intimo amico del papa Sarto (al secolo Pio X) e del vescovo Pellizzo. Il santuario era benedetto dal vecchio prete Gatto, esorcista … e intimo confidente di molti monselicensi. C’erano parroci nelle chiese di San Paolo, San Martino, San Tommaso, Marendole, San Bortolo, Monticelli e un cappellano a San Cosma. Era attivo per i fedeli anche il convento francescano.
Su tutti però primeggiava il conte Ettore Arrigoni degli Oddi. Grazie all’appoggio dei comitati parrocchiali diocesani, riuscì a farsi eleggere deputato alle elezioni politiche del 1913. Il conte era docente universitario di ornitologia, assai corteggiato dal gentil sesso. Durante la guerra fu il punto di riferimento politico per tutta la bassa padovana. Nell’archivio storico abbiamo ritrovato centinaia di missive a lui dirette o da lui spedite; a chiunque garantiva il suo intervento o quantomeno il suo interessamento.
Nelle elezioni amministrative del 1913 – perfezionate nel 1914 – a Monselice vinse una coalizione cattolico-liberale che nel 1914 elesse alla carica di sindaco il conte Taino Bonacossi. Suo padre apparteneva ad una nobile famiglia ferrarese ed era sposato con la contessa Leontina Maldura, che aveva i suoi beni e la sua residenza in Pernumia. Il Conte Taino viveva a Padova in un palazzo di via S. Pietro, frequentato spesso dai principi della casa Reale. Di lui lo storico Merlin scrive ‘era spesso di passaggio per il centro cittadino, tutto azzimato ( vestito con ricercatezza raffinato), con una automobile bianca … per farsi ammirare e complimentare. Ma non vedeva tutte le miserie della gran massa dei disoccupati … che anche gli emigrati sono tornati’.
Il marchese Bonacossi resse il comune durante la terribile esperienza della grande guerra e dal numero di carte da lui firmate possiamo testimoniare il suo costante interessamento per il bene della città. La situazione economica italiana viveva un momento di stagnazione aggravato dal terribile terremoto del 1907 che colpì Reggio Calabria e Messina. Come non bastasse il governo nel 1911-12 si imbarcò in una guerra coloniale contro l’impero ottomano per conquistare Tripoli e la Libia. La guerra aggraverà di circa due miliardi di lire il bilancio dello stato.
Il 1914 si aprì con la protesta della Giunta comunale, contro il governo, causata dalla minacciata riduzione ad un solo giudice nel tribunale di Este e dall’installazione dell’antenna per la bandiera nazionale nel piedestallo davanti al municipio, per molti anni durante le cerimonie non fu possibile alzare il tricolore. La giunta affidò la fornitura e la posa alla fonderia officina meccanica di Este al prezzo di 600 lire
1.1 Gli artiglieri si esercitarono al tiro nei colli monselicensi
Dal 16 maggio fino al 16 giugno il 30° reggimento artiglieria da campagna eseguì delle esercitazioni militari sui nostri colli. I soldati furono sistemati nella chiesa di Santo Stefano e nel magazzino nella vicina villa Venier (ora istituto Buggiani). Gli ufficiali alloggiarono all’albergo ‘Speranza’. Il solerte ragioniere comunale calcolò in 2.000 lire la spesa che l’esercito doveva versare nelle casse comunali, ma ricordò al sindaco che già in passato “ era accaduto che squadroni di militari dopo aver fatto sosta a Monselice se andassero senza pagare il conto”. In ogni caso i soldati erano una ‘manna’ per la città tanto che in consiglio comunale il sindaco precisava che “ se la permanenza fra noi del reggimento ha comportato qualche spesa, questa ci è stata però in buona parte rimborsata col maggiore incasso del dazio sulle carni e sui vini consumati dalla truppa e dagli ufficiali, mentre si è dato un po’ di movimento e di vita alla città, nonché di guadagno ai pubblici esercizi”.
1.2 Inaugurazione del nuovo ospedale (Per noi oggi quello ‘Vecchio’)
Il 10 giugno 1914, si effettuò la solenne cerimonia della posa della prima pietra del nuovo Fabbricato Ospitaliero nella zona in via Marconi. L’ospedale attivo era quello a Ca’ Emo.
1.3 Il nuovo sindaco Bonacossi marchese Taino
8 luglio 1914 si riunì il nuovo consiglio comunale per eleggere il sindaco. Nelle elezioni amministrative dell’anno precedente doveva essere eletto il conte Ettore Arrigoni degli Oddi, ma per lui si stavano aprendo le porte del parlamento italiano e per tale motivo rinunciò alla carica di sindaco a Monselice. Dalle nuove elezioni amministrative risultarono eletti i seguenti consiglieri che riportiamo in stretto ordine alfabetico. L’avv. Carlo Altieri, Ettore Arrigoni degli Oddi, Luigi Bacchini, Bertomoro Romani, il conte Taino Bonacossi, il marchese Pietro Buzzacarini, l’Avv. Giovanni Carestiato, Coletti Giuseppe, Duner ing, Gio. Batta, Fagiuoli Dott. Luigi, Fezzi cav. Giacomo, Garbo Gio.Batta, Grezzana Giovanni, Luisiani Ausonio, Mazzarolli nob. Annibale, Nin Umberto, Sacco Federico, Scandola Domenico, Steiner avv. Gilberto, Trieste dott. Gabrielle, Trieste ing. Cav. Giuseppe, Vergani Francesco, Verza Giuseppe, Verza Prosdocimo, Zorzati avv. Antonio, Zulati Giuseppe, Bertazzo Gio. Evangelista, Caramore Angelo, Gallo Tranquillo, Francesco Viganò avv. La minoranza socialista era composta da Zorzati, Duner, Carestiato, Grezzana, Sacco e Vergani. Viene eletto sindaco Bonacossi marchese Taino
Assessori effettivi: Bacchini Luigi, Altieri Carlo, Buzzaccarini Pietro, Scandola Domenico,
Assessori supplenti: Coletti Giuseppe e Scandola Domenico subito sostituito da Fagiuoli Luigi
| Info su Taino Bonacossi https://www.casalserugoedintorni.it/carolina-da-zara-e-taino-bonacossi
La famiglia Bonacossi sarebbe di origine mantovana (i Bonacolsi) poi trasferitesi a Ferrara. Taino era il figlio di Giovanni discendente diretto di Anton Maria Bonacossi primo della casata a fregiarsi dei titoli di marchese, conte di San Michele Arcangelo, cavaliere del sacro Romano Impero. Giovanni Bonacossi aveva sposato la contessa Leontina Maldura e il figlio Taino aveva ereditato tutte le proprietà dei Maldura a Pernumia, tra cui la famosa villa teatro del matrimonio tra Taino e Lina nel 1921 e di Francesca Romana col principe Orsini nel 1946. |
1.4 Chiamata alle armi della classe 1891
Un grande manifesto verdino (150 x 70 cm.) invitava – per ordine del re – i monselicensi in congedo illimitato della classe 1891 a presentarsi nelle prime ore del mattino del 15 luglio 1914 direttamente dal sindaco ‘il quale li invierà a destinazione’. Naturalmente il ‘lenzuolo’ terminava con la minaccia di essere dichiarati ‘disertori coloro che senza legittimo impedimento indugiassero a presentarsi’

1.5 L’iniziò la grande guerra
Il conflitto scoppiò dopo l’assassinio avvenuto il 28 giugno 1914 di Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria. L’Austria ne ritenne responsabile la Serbia, dichiarandole guerra. Il meccanismo delle alleanze fece entrare nel conflitto Gran Bretagna, Francia e Russia da un lato, e dall’altro Germania e Austria. L’Italia si mantenne per il momento, neutrale. Con una nota inviata a tutti i sindaci italiani il presidente del consiglio dei ministri vietò ‘le pubbliche manifestazioni favorevoli od ostili a qualsiasi Stato belligerante’. Seguiremo solo in parte le vicende belliche della grande guerra e concentreremo la nostra attenzione dove combatterono e morirono i ‘nostri’ concittadini.
1.6 Chiamata alle armi classe 1889 e 1890
L’Italia anche se si proclamò neutrale incominciò a preparare l’esercito e l’8 agosto chiamò alle armi gli uomini nati nel 1889 e 1890 per un rapido servizio d’istruzione militare. Dagli elenchi arrivati fino a noi è possibile individuare in quali corpi vennero inquadrati: 3 nei bersaglieri a Verona; 40 nel 58° reg. fanteria di Padova; 1 nei lancieri di Padova; 7 nell’ artiglieria da fortezza di Venezia; 2 nel genio zappatori; 1 automobilista nel reg. d’artiglieria di Mantova; 2 nel genio telegrafisti di Verona e infine 1 nel reg. artiglieria da campagna di Padova. Per contro 19 furono le domande di dispensa alla chiamata accolte per vari motivi (es. erano mandati in congedo i militari che già avevano un fratello sotto le armi) utilizzando le leggi allora in vigore. Purtroppo, registriamo i primi casi di renitenti alla leva. I documenti riportano i nomi di Guglielmo Giuseppe e Gazzabin Vittorio i quali furono condannati a 75 giorni di carcere. Non è da escludere che i due renitenti fossero emigrati all’estero e non fossero neppure stati informati in tempo. Il problema degli italiani all’estero diventerà d’attualità durante il grande conflitto in quanto furono chiamati alle armi italiani che vivevano da tempo in brasile o in argentina. Ma spesso non era facile ritrovarli .. per cui erano dichiarati disertori a loro insaputa. L’eventuale condanna si estendeva a tutta la famiglia per cui i fratelli dei disertori venivano esclusi dalle licenze o altri benefici.

1.7 Effetti della guerra a Monselice
La guerra europea causò il rientro ‘forzoso’ in patria di numerosi italiani che lavoravano all’estero: soprattutto dalla Boemia e dalla Vestfalia. Tra i tanti abbiamo trovato la nota di Giacomo Salviati il quale il 17 agosto 1914 scrisse al sindaco ‘causa gli avvenimenti odierni che travagliano tutta Europa fui costretto a dover rimpatriare dall’Austria Ungheria per mancanza di lavoro. Trovandomi momentaneamente privato di qualsiasi mezzo per poter vivere chiedo di venirmi incontro’. La situazione occupazionale era al collasso e anche i lavoratori delle cave non trovavano occupazione. ‘Non si trova lavoro, manca il mangiare’, gridavano i disoccupati per le vie cittadine e anche a Monselice si registrano proteste e dimostrazioni. Complessivamente nella bassa padovana erano 7.000 le persone che tornarono a casa, andando così ad aggravare i già consistenti tassi di disoccupazione. Incominciarono anche i disordini in diversi comuni da Anguillara a Castelbaldo al grido di ‘pane e lavoro’.
Per rimediare la giunta monselicense approvò un programma di opere pubbliche e sollecitò i ‘maggiori proprietari e fittavoli’ ad assumere il maggior numero possibile di rimpatriati. Per interventi diretti la giunta elargì un contributo di 500 lire ad un apposito comitato “ Pro disoccupati” istituito con il compito di ‘sussidiare i bisognosi nei momenti in cui manchi loro la possibilità di guadagnarsi col lavoro quotidiano il necessario alla vita’. Furono nominati a farne parte Cuccato Giacomo e Bertomoro Romano e Don Basilio Mingardo, quest’ultimo si dimise quasi subito. La situazione precipitò con l’entrata in guerra dell’Italia che vedrà l’80% degli uomini idonei al fronte. (F. Jori, Ne uccise più la fame.)
Il 5 settembre 1914 fu eletto papa Benedetto XV fermo oppositore della Prima guerra mondiale. Subito dopo partirono le reclute classe 1894 (ventenni) per il servizio generale, in tutto erano 45 i monselicensi. Il 20 settembre 1914 Si svolse a Roma una grande manifestazione a favore della guerra organizzata dagli interventisti democratici a Monselice il comune deliberò di sostituire nei locali della pretura la vecchia illuminazione a petrolio con quella elettrica con l’applicazione di ben 4 lampadine.
1.8 La cronaca cittadina degli ultimi mesi del 1914
Nonostante la guerra si consumasse oltre il confine la vita a Monselice si svolgeva nei soliti binari. Il 1° novembre si tenne la tradizionale ‘tombola dei santi’, in piazza Vittorio Emanuele, ora Mazzini. Il celebre gioco era organizzato dalla Società operaia di Monselice che alla fine incamerava il ricavato devolvendolo al proprio fondo pensione. Il comune sosteneva materialmente la manifestazione e ad illuminare la piazza. La cronaca giudiziaria annottava una contravvenzione di 30 lire inflitta ai monselicensi Ermenegildo Pippo e Elisabetta Soave dal pretore di Piove di Sacco per essere stati colti in stato di ubriachezza molesta a Pontelongo. Strappa un sorriso invece l’ammenda di 5 lire inflitta ad Antonio Mancini per avere sostato troppo a lungo con il proprio carro lungo la trafficata via Argine destro. Un certo Antenore invece era stato invitato a presentarsi in pretura con un avvocato difensore per aver saltato dal ponte di ferro direttamente nel canale Bisatto.
Monsignor Prevedello invitò il sindaco Bonacossi e la giunta comunale composta da Altieri Carlo, Buzzaccarini Pietro, Fagiuoli Luigi, Coletti Giuseppe, Bacchini Luigi alla solenne messa e al Te Deum che si svolsero presso l’abbazia, nella chiesa del Duomo l’11 novembre 1914 per ricordare l’anniversario della nascita del Re Vittorio Emanuele III.
Durante la monarchia venivano festeggiate le vicende anagrafiche dei sovrani; in particolare, l’8 gennaio si festeggiava la nascita della regina Elena; il 9 gennaio la morte di Vittorio Emanuele II; il 14 marzo la nascita di Umberto I; il 19 marzo l’onomastico di Pio X e di Garibaldi; la I^ domenica di giugno festa dello Statuto Albertino; il 2 giugno la morte di Garibaldi e la nascita di Pio X; il 20 luglio l’onomastico della regina madre; il 29 luglio la morte di Umberto I; il 18 agosto l’onomastico della regina Elena; il 15 settembre la nascita del principe ereditario; il 20 settembre era giorno di festa nazionale; il 24 ottobre lo sposalizio del Re d’Italia; l’1-2 novembre la nostra fiera di tutti i Santi; l’11 novembre – come detto – la nascita del re e infine il 20 novembre la nascita della regina madre. Il cerimoniale prevedeva, a seconda dei casi, un concerto della banda, illuminazione delle piazze e del municipio, qualche discorso, una messa in duomo e … il pomeriggio libero per i dipendenti comunali.
Il 16 novembre le piazze si animarono per l’arrivo del 20° reg. da campagna composto da 400 militari, 270 cavalli e 6 ufficiali. L’arrivo dei soldati dava lavoro a molte persone, e come detto, rimpinguava le casse del comune per le varie tasse annesse sui consumi dei soldati.
1.9 Quando la guerra si fermò nel Natale 1914
Una folla enorme di uomini che si scambiavano sigarette, doni…». Così sulla Difesa un soldato inglese racconta la “tregua di Natale” del 1914. I soldati, spontaneamente, sul fronte occidentale, uscirono dalle trincee e andarono a fare gli auguri ai nemici, si scambiarono piccoli doni, seguirono le funzioni religiose, forse giocarono perfino a calcio insieme. Nel frattempo, l’esercito italiano occupò Valona in Albania per impedire che l’Austria estendesse la sua influenza su quella nazione.
Il 1914 si chiudeva con l’inviò un telegramma di felicitazioni al Re per la nascita della regina Maria Francesca di Savoia che sarà successivamente detenuta nei campi di concentramento tedeschi.
1.10 Nuove scuole elementari a San Cosma, a Ca’ Oddo e a Monticelli
Il 29 settembre 1914 il consiglio comunale approvò un mutuo di 24.600 lire per la costruzione di una nuova scuola elementare a San Cosma, contando su un sussidio di 10.000 lire promesso dal Ministero della Pubblica Istruzione. Servivano però scuole anche a Ca’ Oddo e a Monticelli. Il Conte Arrigoni degli Oddi affermò di aver avuto promesse dal prefetto, dal provveditore e direttamente dal ministero della pubblica istruzione che “se non per entrambi gli edifici. Almeno per uno di questi sarà concessa la relativa somma”.
1.11 Boldrin sostituisce Travaglia nella scuola di disegno
Il prof Silvio Travaglia presentò le dimissioni da insegnante della scuola comunale di disegno industriale dopo sette anni di onorato servizio. La decisione faceva seguito alla nomina del prof. Travaglia ad insegnante di disegno nella R. Scuola Normale di Sacile. Al suo posto la Giunta nominò il prof. Paolo Boldrin, il quale in passato era stato allievo nella stessa scuola ed era ‘raccomandato’ dal dimissionario prof. Travaglia.
1.12 Elenco dei poveri
Il 31 dicembre 1914 la giunta approvò un elenco contenente ben 549 famiglie povere redatto dai medici condotti di quel tempo. Se la famiglia fosse inserita nell’elenco avrebbe diritto all’assistenza sanitaria gratuita e alla fornitura sempre gratuita dei medicinali presso le tre farmacie monselicensi: Steiner, Bertazzo e Braggion.
Molti monselicensi erano in miseria e l’inserimento nella lista dei poveri poteva essere l’unico sistema per avere un minimo di assistenza medica. Riportiamo, tra le tante, due testimonianze che appaiono significative dello stato di miseria in cui molti monselicensi vivevano. Il 2 agosto ‘14 Giovanni Girotto abitante in via Stortola (località Cuora) inviò una lettera alla giunta municipale ‘per dimandare sussidio … che sono oltre un mese e mezzo che mi trovo a letto amalato e non ho nulla al mondo che mi passi le medicine che ne ‘o stremo bisogno’.
Concludiamo con una lettera inviata da Don Antonio Beltramello, curato alla Stortola, ovvero nella chiesa vecchia di via Vanzo, che ancora vive come toponimo nella rinominata frazione di San Cosma.
Ill.mo sig. sindaco devo far nota che nella mia curazia trovasi una povera vecchia, certa Cerchiaro Domenica di anni 83 che si trova in condizioni più che miserabili. Aveva soltanto un nipote, Gusella Achille, unico sostegno nella sua vecchiaia, ma da più di una settimana si trova a far servizio nel r. esercito. È abbandonatissima, non ha stretti parenti, anzi l’altro ieri è stata per 24 ore senza prendere un po’ di cibo. Noti che Gusella Achille è di terza categoria, ed è la prima volta che inforca la divisa militare, quindi la povera nonna non ha il diritto di percepire il sussidio che viene elargito dal governo a pro delle famiglie dei richiamati.
Ill/mo sig. sindaco, in 2000 anime che sono sotto la mia cura, questa è l’unica persona che realmente patisce; mi rivolgo alla nota bontà del suo cuore perché con sollecitudine abbia a provvedere a questa infelice …


© 2025 a cura di Flaviano Rossetto
Vedi anche:
Per news su Monselice https://www.ossicella.it/
Per arte e architettura https://www.ossicella.it/monselice/
Per storia di Monselice https://www.monseliceantica.it/
Info e segnalazioni scrivimi qui flaviano.rossetto@ossicella.it
Gruppo FB https://www.facebook.com/groups/796282671015193
