Cap XI
RICORDANDO LA SHOAH
IDA BRUNELLI, UNA MONSELICENSE TRA I “GIUSTI” D’ISRAELE
fa parte del libro
Monselice nella seconda guerra mondiale. Storie di soldati di donne e di partigiani dalla monarchia alla repubblica, disponibile in formato PDF [clicca qui…]

La monselicense Ida Brunelli era una ragazzina che, durante la guerra, riuscì con determinazione e coraggio a salvare la vita ai tre bambini ebrei che aveva in cura. Presentiamo la sua storia personale nella speranza che la città si ricordi di lei.
La coppia ungherese Toth Kalman e Yuzzi Galambos, entrambi artisti, ballerini e musicisti, era giunta in Italia nel 1930. Yuzzi lavorava anche come traduttrice e dava lezioni private di tedesco. Nel 1940 il marito ritornò in Ungheria per essere arruolato nell’esercito ungherese. La sua guerra durò poco, si ammalò e fu ricoverato in ospedale. Nel 1942 la corrispondenza con la moglie rimasta in Italia si interrupe e da allora nessuno seppe che cosa gli fosse successo. Yuzzi, rimasta sola, lottò per guadagnarsi da vivere e per mantenere i suoi tre figli: Alessandro, di otto anni (poi Zvi Yànai, che diventò direttore generale del ministero della Scienza e della Tecnologia in Israele), Fiorenza, di tredici (poi Judit Adier) e Lisetta di dodici. Dopo varie peripezie la giovane donna andò ad abitare a Castiglion Fiorentino assieme alla giovane bambinaia monselicense Ida Brunelli, di quindici anni, considerata membro della famiglia. Ida era all’oscuro del fatto che la famiglia Kalman fosse ebrea, cosa che non si riusciva a desumere dalle loro abitudini. I bambini sapevano solo che la madre aveva un fratello nell’allora Palestina.
Nel 1943 Yuzzi si ammalò di cuore e nel gennaio del 1944 morì. Sul letto di morte, chiese a Ida di prendersi cura degli orfani e le rivelò la loro identità ebraica consegnandole un documento che lo dimostrava. Nei giorni a venire, durante l’occupazione e la persecuzione degli ebrei, Ida mantenne il segreto e non mostrò mai a nessuno il documento. Dopo la morte di Yuzzi, la giovane Ida diventò come una madre per i bambini, ma riusciva con difficoltà a nutrirli per la carenza di risorse economiche. Disperata, decise di portarli da sua madre Maddalena a Monselice. Essi furono presentati come profughi ungheresi, furono loro insegnate in fretta le preghiere cattoliche e nessuno sospettò che fossero ebrei. Tuttavia, anche lì Ida non riusciva a provvedere ai bambini da sola e così si rivolse al podestà Barbieri che fu pronto a dare il suo aiuto per trovare istituzioni cattoliche vicine a Padova disposte ad accettare i bambini. Una volta sistemati la, Ida li andava a trovare regolarmente e passava con loro tutte le domeniche. Era una ragazzina inesperta ma si occupò dei tre bambini che le erano stati affidati con una maturità unica, tenendo sempre a mente le ultime parole della loro mamma.
Dopo la guerra, con l’aiuto del sindaco, Ida si mise in contatto coi soldati della Brigata Ebraica che cercavano di reperire in tutta l’Italia gli ebrei orfani. Uno dei soldati, Shiomo (Sever) Rovitz, ricorda ancora quel giorno di giugno del 1945 quando la diciottenne Ida comparve coi tre bambini al campo militare di Santa Colomba, vicino a Siena.
La ragazza gli disse che i bambini erano ebrei e gli raccontò le loro peripezie durante la guerra. Rovitz, dopo aver verificato il racconto della ragazza, rimase estremamente colpito dal suo coraggio e dal suo impegno. La giovane però non volle lasciare i bambini nel campo coi soldati fino a che non fu sicura che essi salissero davvero a bordo della nave che partiva da Napoli alla volta della Palestina.
Nel 1950 Ida scrisse una lettera al rabbino capo di Roma raccontandogli la sua storia. Il settimanale ebraico italiano «Israel» pubblicò un articolo dal titolo ‘Un caso di coscienza’. Ida visse sempre molto modestamente, si sposò tardi e non ebbe figli.
Il 24 febbraio del 1993, Yad Vashem ha riconosciuto Ida Brunelli come Giusta tra le Nazioni. Dossier 3995. Ora Ida vive a Torino.

Vedi anche:
https://www.ossicella.it/monselice/ida-brunelli/
https://www.ossicella.it/monselice/storia-di-una-famiglia-ebrea-a-san-cosma/
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© 2025 a cura di Flaviano Rossetto
Vedi anche:
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